21 dicembre 2009

Attesa

S. viene dall'Ucraina; in questi giorni di gelo esce di casa con una giacchetta buttata sulle spalle e, in casa, sta con una maglietta di cotone che, al solo guardarla, mi viene freddo. S. é un'ottima cliente per gli operatori telefonici, e, ogni tanto, bussa alla nostra porta di dirimpettai per chiederci di inserire in qualche sito un qualche codice che le permetta di vincere qualcosa. Non viene mai a mani vuote: cioccolatini per i bambini, dice..
Ieri ho inserito i suoi codici, ma mi sono fermata davanti all'euro e venti che pretendevano di farle sborsare per scaricare un'inutile sfondo e partecipare ad un concorso con in palio il valore di una casa e dei buoni del valore di qualche migliaia di euro. "E' sicura che lo vuole fare? Le ho detto, spende 1 euro e 20 ed é solo un sorteggio.." Lei, con un sorriso malinconico e occhi che brillavano come quelli di un bambino, davanti all'anziana V. che, per lavoro, accudisce, mi risponde: "Io provare sempre concorsi, cosi' io tornare a casa".
In una frase ha condensato tutto. Mi sono ritrovata per un attimo nei suoi panni, di madre che vive, o meglio sopravvive, in attesa di tornare là dove ha lasciato il suo cuore.
E, senza parole, ho cliccato per quel concorso.

1 commento:

Laura.ddd ha detto...

Auguri a te, Silvietta. Rifletto spesso su questa strana organizzazione che ci siamo creati, sul fatto che non siamo in grado, o non volgiamo esserlo, di accudire i nostri anziani, anche perchè imprigionati in lavori che ci portano obbligatoriamente fuori casa per tante ore, e poi su queste donne e madri costrette ad emigrare cosi' lontano per dare una speranza di benessere ai propri figli..trovo tutto questo cosi' poco umano, e nallo stesso tempo mi rendo conto che è difficile trovare soluzioni diverse.