".....sono quasi grata a questo piccolo dolore che mi ricorda che sono di carne, che sono normale, che c'è una distanza, quella del dolore, appunto... E ho la sensazione che in quella distanza sta la vera speranza. Di guarigione."
Le frasi di Wide sono come le poesie: si possono solo leggere e ripetere a memoria, non si possono sintetizzare, riscrivere oppure cambiare. Sono cosi', e basta. E come le poesie ti lavorano dentro, gettando raggi di luce sull' incomprensibile. La poesia non è ragionamento, la poesia è esperienza, esperienza personale che si fa universale, collegando con poche parole mondi apparentemente lontani. E pazienza se il ponte fra i nostri due mondi non è una parola simpatica: ho deciso di andare in fondo a questa cosa del "dolore come distanza", perchè anch'io ci intravedo una via di guarigione, e perchè, visto che con il dolore devo convivere, tantovale sfruttare un passaggio, se mi puo' portare da qualche parte. Percio', che il viaggio abbia inizio; la cronaca, prossimamente, su questi schermi.
23 novembre 2010
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2 commenti:
oh emozione. grazie. sono capitata a sorpresa e trovo questa cosa bellissima che mi dici. grazie.
buon racconto
sarò qui a seguirlo con attenzione
ti abbraccio
sapevo che saresti passata...da molto tempo sento la necessità di mettere ordine in questa mia lunga ricerca di senso, provero' a farlo usando la tua chiave di lettura, un abbraccio.
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