13 marzo 2012

Pianterai ulivi

E' un marzo strano, che mi ha riservato una sorpresa davvero insperata, così come un altro marzo di tanti anni fa il cui ricordo ancora mi commuove e mi fa sorridere.
Sono giorni di febbrile attività, o meglio, di bella, faticosa e dolce laboriosità, parola così desueta , ma che a questo punto della mia vita apprezzo come non ho mai fatto prima.
Non é la prima volta che mi capita: inseguo con fatica un'aspirazione per molto tempo, alla fine capisco che non c'è possibilità e accetto la sconfitta, mi metto l'anima in pace, e poi, quando meno me l'aspetto, mentre sono in tutt'altre faccende affaccendata, ecco che arriva l'occasione, la mia occasione. In queste situazioni il "si" sgorga spontaneo senza troppe riflessioni e senza troppi ripensamenti. E mi lascio prendere dalla felicità e dalla passione. Le mie ansie e le mie stanchezze si nascondono in qualche angolo e mi lasciano vivere e lavorare in pace, e anche MdT, il mio compagno nemico, prova ad affacciarsi e rimane lì, anche tutto il giorno, senza riuscire a prevalere sull'entusiasmo che sprizza.
Non so quanto tutto questo durerà, ma sono fermamente intenzionata a godermelo il più possibile.
Ma non era per questo che ho iniziato a scrivere il post: stamattina sono uscita per la mia camminata, mi sono accorta degli alberi in fiore e dell'aria cosi' diversa e mi sono fermata per vedere un uomo, anziano, che con grande attenzione rivoltava un piccolo lembo di terra nel suo prato. Non capivo a cosa servisse una buca li', in mezzo al prato: ho guardato meglio e lì vicino ho visto un sacchetto. Dentro, una giovanissima piantina di ulivo. Quell'uomo piantava un ulivo. Poco lontano, ne aveva già piantato un altro. Un virgulto, come si dice, che uno si domanda se riuscirà a diventare una pianta. Mi é sembrata la cosa più sensata che si potesse fare in questa giornata, e mi é ritornata alla mente la poesia di Nazim Hikmet:

a settant’anni, ad esempio, pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte
pur temendola,
e la vita peserà di più sulla bilancia.

Quell'uomo, ne sono certa, aveva ben più che settant'anni.

E' troppo bella, la riporto qui tutta:

Alla vita

La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
come fa lo scoiattolo, ad esempio,
senza aspettarti nulla
dal di fuori o nell’al di là.
Non avrai altro da fare che vivere.

La vita non é uno scherzo.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che messo contro un muro, ad esempio, le mani legate,
o dentro un laboratorio
col camice bianco e grandi occhiali,
tu muoia affinché vivano gli uomini
gli uomini di cui non conoscerai la faccia,
e morrai sapendo
che nulla é più bello, più vero della vita.

Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che a settant’anni, ad esempio, pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte
pur temendola,
e la vita peserà di più sulla bilancia.

Nazim Hikmet

5 commenti:

Laura.ddd ha detto...

Ciao Silvietta, le tue visite sono un vero piacere, in questa radura che ho per molto tempo abbandonato a se stessa, ma nella quale mi viene spontaneo ritornare quando nella mia vita accadono cose significative e condivisibili. Anche io sono una che si è sempre presa troppo sul serio, é una cosa strutturale, non ci posso fare niente...ma sono consapevole che le cose migliori che la vita mi ha donato sono venute quando ho saputo abbandonare le mie serie certezze e mi sono letteralmente buttata in una via completamente nuova e sconosciuta. Che, ovviamente, mi sono messa a percorrere con una grande serietà..arg! ;)

http://timenn.altervista.org/ ha detto...

Ti ho "scoperta" leggendoti da un'amica comune. Mi sono incuriosita e sono entrata nel tuo blog..... Che fortuna, mi piace proprio. E mi pare di capire che tu abbia avuto motivazioni simili alle lie per aprirlo. La poesia è bellissima. grazie per averla pubblicata. Claudia... Timenn

sicampeggia ha detto...

Ciao Laura.ddd sono sicampeggia, per dirti che anche mio padre quando andò in pensione (sintomatico) piantò ulivi e tutti a criticarlo: "ma cosa ci farai?, ma poi chi ci penserà?, ma ne vale la pena? ecc"; quegli ulivi ormai sono entrati a far parte della nostra vita: ogni anno la raccolta delle olive ci riunisce in un grande rito familiare. E quest'anno tutti abbiamo intimamente sofferto per i danni devastanti che la neve ha procurato loro.
Si, decisamente piantare ulivi (e curarli, si capisce) aiuta a "prender sul serio" la vita, se poi questo aiuti a vivere meglio, è tutt'altra questione.
Ciao.

widepeak ha detto...

che bello questo post e quanto è vera questa poesia...ti abbraccio

Laura.ddd ha detto...

Benvenuta Claudia e benvenuta sicampeggia, grazie davvero per i vostri commenti. A presto, Wide